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Volatilità e certificato: qual è il collegamento?

La volatilità è una misura del rischio. Rappresenta l'ampiezza delle variazioni di un'attività finanziaria. Ma cosa c'entra con i prodotti strutturati?

🌪 Cos’è la volatilità?

La volatilità è una misura del rischio. Rappresenta l'ampiezza delle variazioni di valore di un attivo finanziario. Quanto più volatile è l'asset sottostante, tanto più è probabile che il prezzo di quell'asset raggiunga livelli di “estremi”, favorevoli o sfavorevoli. Un’attività sottostante più rischiosa offre un rendimento potenziale migliore: questo è il premio per il rischio. La volatilità delle azioni è in media compresa tra il 20% ed il 50%.

La volatilità è espressa in percentuale. Per semplificare, e senza tenere conto dell'orizzonte temporale, se la volatilità di un asset è del 5%, il prezzo varierà tra il -5% e il +5% del prezzo medio del sottostante.

Il prezzo di un'opzione è costituito dal suo valore intrinseco - la differenza tra il prezzo del sottostante ed il prezzo di esercizio dell'opzione - nonché dal suo valore temporale, che rappresenta la probabilità di variazione del sottostante fino a scadenza. La volatilità è uno dei parametri che influenza il valore dell'opzione. Pertanto, il premio di un’opzione è una funzione crescente della volatilità del sottostante.

🔎 Volatilità storica ed implicita

Esistono due modi per misurare la volatilità:

  • La volatilità storica si basa sull'osservazione dei dati passati e corrisponde al calcolo della deviazione standard - la misura della dispersione dei valori - delle variazioni giornaliere.
  • La volatilità implicita si basa sui prezzi dei derivati ​​del sottostante. Rappresenta le anticipazioni fatte dai trader sulle variazioni future. Tre fattori influenzano questa volatilità: il prezzo dell'opzione, la sua scadenza ed il livello del tasso risk free. Il suo calcolo si basa sul modello di Black & Scholes e sull'algoritmo di Newton-Raphson.

⚖️ Le strategie opzionali

Quando un investitore acquista un titolo, può cercare di proteggersi dalla sua volatilità : questa è chiamata strategia di copertura. Poiché esistono due tipi di opzioni - call e put - e ciascun tipo di opzione può essere acquistato o venduto, ci sono quattro posizioni possibili:

  • Acquisto di un'opzione call - long call: l'investitore cerca di trarre vantaggio dal rialzo del sottostante. A scadenza, se il prezzo del sottostante è superiore alla somma del prezzo di esercizio e del premio, esercita l'opzione ed incassa la differenza. Altrimenti perde il premio.
  • Vendita di un'opzione call - short call: l'investitore ritiene che il sottostante non aumenterà. Se il prezzo del sottostante aumenta, il venditore deve acquistare il titolo ad un prezzo più alto per venderlo al prezzo di esercizio dell'opzione. Se scende, guadagna il premio. La vendita di un'opzione call è la posizione più rischiosa: il valore del titolo può aumentare all'infinito.
  • Acquisto di un'opzione put - long put: l'investitore cerca di proteggersi da un calo del prezzo del sottostante. Pertanto, in caso di ribassi, può vendere il sottostante al prezzo di esercizio. Altrimenti perde il premio.
  • Vendita di un'opzione put - short put: l'investitore prevede che il sottostante non scenderà. Se è così, guadagna il premio. Altrimenti dovrà acquistare il sottostante ad un prezzo superiore al suo impegno di vendita.

😲 Il VIX, o “l’indice della paura”

Il VIX - Volatility Index - è un indicatore della volatilità del mercato americano. È una media delle volatilità annuali sulle opzioni call e put sull'indice S&P 500. Ad esempio, se gli investitori prevedono un calo del mercato, acquisteranno opzioni azionarie vendute sull'indice S&P 500 per proteggersi. Quindi, più gli investitori sono ansiosi, maggiore è la domanda di opzioni put. Acquistare opzioni equivale ad acquistare volatilità, questo aumento della domanda porta ad un aumento del VIX - che gli è valso il soprannome di indice della paura!

📈 E per i certificati?

Poiché il valore di un'opzione è la somma tra il suo valore intrinseco ed il suo valore temporale, vendere un'opzione equivale a vendere la volatilità. Quando la volatilità aumenta, aumenta anche il valore dell’opzione. Ciò si traduce in un rendimento atteso più elevato.

Nella maggior parte dei prodotti strutturati (Autocall, Phoenix, Reverse Convertible, ecc.) l'investitore è il venditore di un'opzione put - e quindi venditore della volatilità. Vendendo una put prevede pertanto la stabilità - o un aumento - del prezzo del sottostante. In un contesto volatile questa opzione varrà di più e quindi offrirà automaticamente un migliore rendimento potenziale - la cedola - sul prodotto.

Da parte sua, l'emittente del prodotto strutturato - la banca d'investimento - si proteggerà da questa posizione dell'investitore. Il trader acquisterà e venderà quindi diversi attivi finanziari e derivati ​​con l'obiettivo di mantenere il guadagno inizialmente realizzato sulla transazione fino alla scadenza del prodotto.

🤓 In conclusione

La volatilità è una misura del rischio. Rappresenta l'ampiezza delle variazioni di un asset finanziario. Esistono due modi per misurare la volatilità: volatilità storica e volatilità implicita. Quando un investitore acquista un titolo, cercherà di proteggersi dalla volatilità di questo : questa è chiamata strategia di copertura. Poiché esistono due tipi di opzioni - call e put - e ciascun tipo di opzione può essere acquistato o venduto, esistono quattro posizioni possibili. Il valore di un'opzione è costituito dal suo valore intrinseco e dal suo valore temporale. Il suo valore è influenzato al rialzo dalla volatilità. Poiché un prodotto strutturato è composto da una parte opzionale, se la volatilità aumenta, aumenterà anche la cedola offerta.

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